Nel 1895 alle elezioni comunali vinse il blocco dei cattolici e dei moderati: a questa vittoria non fu estranea l'opera di persuasione del patriarca.
In campo più strettamente religioso, diede vita alle conferenze episcopali indette da Leone XIII: i vescovi della regione veneta si riunivano per la soluzione di problemi pastorali comuni e per dare disposizioni disciplinari meditate e adeguate. Fondò inoltre nel 1902, presso il seminario patriarcale, la facoltà di diritto canonico, per dare ai sacerdoti una sufficiente ed illuminante conoscenza dei problemi giuridici, che li aiutasse nel loro ministero e nei rapporti con l'autorità: la benefica influenza di questa facoltà durò fino al 1932.
Due fatti, uno interno ed uno esterno a Venezia, vengono ricordati dagli storici. Il primo riguarda la caduta del campanile di Venezia (14 luglio 1902), avvenuta senza danni per le persone: poté benedire la prima pietra di quello attuale il 25 aprile 1903, dato che pochi mesi dopo sarebbe partito per il conclave.
Altro fatto famoso è la salita del patriarca Sarto sulla vetta del Monte Grappa sul dorso di una bianca mula, per l'inaugurazione di un sacello e la benedizione di una immagine della Vergine, il 4 agosto 1901.
Dopo la morte di Leone XIII, il cardinale Sarto partì per
partecipare al conclave il 26 luglio 1903. Ai veneziani che erano accorsi per
salutarlo promise solennemente: "Torno, torno; o vivo o morto ritorno!
".
Dopo ripetute proteste, e dopo avere scongiurato i cardinali a scegliere persone più degne di lui, Giuseppe Sarto finì per accettare l'elezione a papa: alla settima votazione, con 50 voti, fu eletto il 4 agosto 1903, a 68 anni di età.
Non era tra i papabili: entrò tranquillamente in conclave, in compagnia di altri 61 cardinali (dei 64 cardinali aventi diritto, due non parteciparono alle votazioni). Tutti i pronostici erano per il Segretario di Stato di Leone XIII, card. Rampolla, e per il card. Gerolamo Gotti, fra gli altri. Durante il conclave si registrò un fatto estremamente increscioso: il card. Giovanni Puzyna, arcivescovo di Cracovia, pronunciò il veto di esclusione a nome di Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria e re d'Ungheria, nei riguardi del card. Mariano Rampolla del Tindaro. L'incoronazione solenne del nuovo papa ebbe luogo in S. Pietro domenica 9 agosto 1903.
Decise di chiamarsi Pio, per ricollegarsi idealmente ai papi
dello stesso nome che nel secolo precedente "avevano molto sofferto
".
Giuseppe Sarto rimase per parecchio tempo scosso: "Per una
ventina di giorni, Pio X non seppe trattenere le lacrime per dar sfogo, di quando
in quando, al suo incoercibile dolore
".
Fra i primi atti del pontificato scelse il Segretario di
Stato nella persona di Raffaele Merry del Val, che doveva accompagnarlo per
li anni, per tutto il pontificato. Il 4 ottobre 1903 Pio X donò alla chiesa
la sua prima enciclica: "E Supremi Apostolatus Cathedra", contenente il suo
programma e il suo motto, "Instaurare omnia in Christo
", e "Omnia et in omnibus
Christus
".
Seguirono a breve scadenza il motu proprio sulla musica sacra (22 novembre 1903) e la costituzione "Commissum Nobis" contro il veto in conclave (20 gennaio 1904).
Ingresso di S.E. il cardinale patriarca Sarto a Venezia.
Un'ultima lettera del card. Sarto dal Conclave.
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