Tra i tanti fatti degni di menzione, e riguardanti
l'azione pastorale e l'impegno religioso-civile di Giuseppe Sarto a Salzano,
due sono ricordati con maggiore frequenza. A Salzano è stato composto il cosiddetto
"catechismo di Salzano
", che consta di 577 domande e risposte. È composto di
due quaderni manoscritti conservati presso l'archivio diocesano di Treviso.
Con l'aiuto di don Giuseppe Menegazzi (Noale, 1840-Treviso, 1917), il parroco
Sarto riuscì ad attirare l'attenzione dei suoi parrocchiani (e dei fedeli delle
parrocchie limitrofe) con un catechismo di grande presa e di elevata efficacia
pedagogica, i cui frutti saranno raccolti a livello universale durante il pontificato.
L'altro aspetto è evidenziato dai testimoni che deposero nei vari processi
canonici e dagli storici: l'azione continua, con interventi sempre all'altezza
della situazione, durante l'epidemia di colera che colpì Salzano nel
1873. Il colera era allo stato endemico nel Veneto. A Salzano fece la sua comparsa
nel 1836, nel 1855 e nel 1873. In quest'ultimo anno si registrarono 9 morti:
il parroco Sarto era onnipresente, "andava, di giorno e di notte, a tutte le
ore, guardava, soccorreva e consigliava
", come sacerdote e come infermiere.
Ne uscì segnato nel fisico, ma in seguito riuscì a riacquistare
il suo abituale vigore.
Il commiato con Salzano avvenne il 27 novembre 1875.
Una pagina di un registro parrocchiale
Una pagina del Catechismo
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