Durante il periodo salzanese del Sarto, nel 1872, si sviluppò un'industria nelle adiacenze della villa Romanin Jacur per la trattura della seta dai bozzoli. Il parroco Sarto partecipò attivamente alla sua costruzione gestendo la condotta della ghiaia necessaria, come testimoniano i documenti.
L'impresa si rivelò subito una realizzazione d'avanguardia: usava motori a carbone fossile, era dotata di fornelli e sbattitrici di concezione avanzata, dava lavoro a 10 uomini, a circa 200 donne e a circa 40 ragazzi sotto i 14 anni, e trattava bozzoli provenienti da tutto il Veneto per la produzione di un quantitativo annuo di 4000 chili di seta greggia, circa il 30% della produzione annua della provincia di Venezia.
Il contatto con i Romanin Jacur, ebrei, era molto sentito da don Giuseppe Sarto: in questi anni ha inizio un'amicizia che durerà fino alla morte di Pio X, ed un dialogo sincero e cordiale tra un cattolico e gli ebrei, in tempi certamente non favorevoli ad iniziative analoghe.
L'impegno civile del Sarto si concretizzò soprattutto
nella collaborazione con l'amministrazione comunale: oltre che presidente della
Congregazione di Carità, fu direttore delle scuole comunali (1869) e "sopraintendente
"
scolastico (1870), e contribuì in modo efficace a combattere l'analfabetismo.
Riuscì a dare un contributo anche in materia di
canto sacro: restaurò l'organo Bazzani ed istituì una scuola serale di musica,
finalizzata alla fondazione di una "Schola Cantorum" che "accrescesse il decoro
delle S. funzioni ed alimentasse la pietà dei fedeli
".
La Filanda di Salzano
Villa Comm. Romanin, Salzano.
Villa Romanin - Jacur a Salzano. Fot. M. P. Cappello.
Salzano - Villa Jacur
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