Convinto che un risveglio religioso in Italia non dovesse essere il frutto di intese di vertice fra politici ed ecclesiastici, mons. Sarto incoraggiò il movimento sociale cattolico ad operare in stretto legame con la gerarchia.
Sul fronte politico e sociale combatté il liberalismo ed il socialismo, e si preoccupò del mondo contadino e dei suoi problemi, che nel mantovano avevano assunto caratteri ed asprezze per lui inconcepibili, come le agitazioni dei salariati.
Mise i parroci a disposizione degli emigranti, che la miseria spingeva a lasciare i luoghi natii: esigeva l'assistenza religiosa, la tutela contro spogliazioni e truffe (che molto sovente costituivano un flagello aggiuntivo per coloro che partivano), e curava di tenere collegati gli emigrati al loro paese di origine, mediante la corrispondenza e attraverso la parrocchia.
Tenne due visite pastorali (1886-88 e 1889).
Non rinunciò mai alle sue caratteristiche umane peculiari,
ammettendo quasi sempre senza orario tutti alle visite, "affabile col ricco
e affabilissimo col povero
", dedicandosi alla confessione per lungo tempo.
L'Episcopio di Mantova. Fot. A. Premi, Mantova.
Il seminario vescovile di Mantova. Fot. A. Premi.
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