Il cappellano di Tombolo era molto attivo: dormiva pochissimo (quattro ore per notte), era molto richiesto per la sua abilità oratoria, e molto prodigo nell'aiuto del prossimo.
Riformò il canto corale, istituì una scuola serale per analfabeti, che curava di persona; fu valente catechista ed abile disegnatore di orologi solari (meridiane).
Più volte invitato ad insegnare presso il seminario trevigiano per la sua competenza nell'insegnamento, declinò l'invito adducendo valide ragioni di famiglia, alla quale rimase sempre molto attaccato (ad essa inviava parte dei proventi della sua attività).
Per le sue capacità, per la sua cultura, per la valentia
di predicatore e per l'instancabile impegno quotidiano fu soprannominato "moto
perpetuo
" e "cappellanus de cappellanis
", quasi fosse il capo e l'esemplare
tipico dei cappellani della diocesi di Treviso.
Giuseppe Sarto fu anche acceso patriota, ma non si lasciò mai trascinare oltre i limiti che sono propri del ministero sacerdotale.
Ritratto di don Giuseppe Sarto
Interno della chiesa di Tombolo. Fotografia Fratelli Bordignon, Cittadella.
Meridiana nella Canonica di Tombolo, fatta da Pio X cappellano.
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