Nel novembre 1858 il neosacerdote fu inviato cappellano a Tombolo (provincia di Padova e diocesi di Treviso): fece il suo ingresso il giorno 13 novembre.
A quel tempo il paese contava circa 1380 anime, raccolte attorno alla chiesa di Sant'Andrea, in gran parte mediatori o sensali di bovini, gente di buon cuore, religiosa, ma col vizio della bestemmia.
Il parroco era don Antonio Bonaventura Costantini (Cortina
d'Ampezzo, 1821 - Tombolo, 1873), di salute molto cagionevole, ma di personalità
spiccata, maestro del canto gregoriana: "Tombolo fu il vero tirocinio della
carriera ecclesiastica di don Giuseppe Sarto, e il Costantini ne fu il vero
maestro, ricco di dottrina e d'esperienza
".
Il Costantini resse la parrocchia di Tombolo per 16 anni, dal 1857 al 1873.
Tombolani sul mercato dei bovini. Fot. M. P. Cappello.
Casa di contadini a Tombolo. Fot. M. P. Cappello.
Il villaggio di Tombolo. Fot. M. P. Cappello di Treviso.
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