342 D. Di che cosa si tratta nella terza parte della Dottrina cristiana?
R. Nella terza parte della Dottrina cristiana si tratta dei comandamenti di Dio e della Chiesa.
343 D. Quanti sono i comandamenti della legge di Dio?
R. I comandamenti della legge di Dio sono dieci:
Io sono il Signore Iddio tuo:
344 D. I comandamenti di Dio perché hanno questo nome?
R. I comandamenti di Dio hanno questo nome perché lo stesso Dio li ha impressi nell'anima di ogni uomo, li ha promulgati sul monte Sinai nell'antica legge scolpiti sopra due tavole di pietra, e Gesù Cristo li ha confermati nella legge nuova.
345 D. Quali sono i comandamenti della prima tavola?
R. I comandamenti della prima tavola sono i primi tre, che riguardano direttamente Dio, e i doveri che abbiamo verso di Lui.
346 D. Quali sono i comandamenti della seconda tavola?
R. I comandamenti della seconda tavola sono i sette ultimi, che riguardano il prossimo e i doveri che abbiamo verso di esso.
347 D. Siamo noi obbligati ad osservare i comandamenti?
R. Si, siamo tutti obbligati ad osservare i comandamenti, perché tutti dobbiamo vivere secondo la volontà di Dio che ci ha creati, e basta trasgredirne gravemente uno solo per meritare l'inferno.
348 D. Possiamo noi osservare i comandamenti?
R. Noi possiamo senza dubbio osservare i comandamenti di Dio, perché Iddio non ci comanda alcuna cosa impossibile e dà la grazia di osservarli a chi la domanda come si deve.
349 D. Che cosa si deve considerare generalmente in ciascun comandamento?
R. In ciascun comandamento si deve considerare la parte positiva e la parte negativa; cioè quello che ci viene comandato e quello che ci viene proibito.
350 D. Perché si dice in principio: Io sono il Signore Iddio tuo?
R. In principio dei comandamenti si dice: Io sono il Signore Iddio tuo, perché conosciamo che Dio, essendo il nostro Creatore e Signore, può comandare quello che vuole, e noi, sue creature, siamo tenuti ad obbedirgli.
351 D. Che cosa Iddio ci ordina colle parole del primo comandamento: Non avrai altro Dio avanti di me?
R. Con le parole del primo comandamento: Non avrai altro Dio avanti di me, Iddio ci ordina di riconoscere, di adorare, di amare e servire Lui solo, come nostro supremo Signore.
352 D. Come si adempie il primo comandamento?
R. Il primo comandamento si adempie coll'esercizio del culto interno ed esterno.
353 D. Che cosa è il culto interno?
R. Il culto interno è l'onore che si rende a Dio con le sole facoltà dello spirito, ossia con la mente e con la volontà.
354 D. Che cosa è il culto esterno?
R. Il culto esterno è l'omaggio che si rende a Dio per mezzo di atti esteriori e di oggetti sensibili.
355 D. Non basta adorar Dio solo col cuore internamente?
R. No, non basta adorar Dio solo col cuore internamente, ma bisogna adorano anche esternamente, collo spirito insieme e col corpo, perché Egli è Creatore e Signore assoluto dell'uno e dell'altro.
356 D. Può stare il culto esterno, senza l'interno?
R. No, non può stare in verun modo il culto esterno senza l'interno, perché quello scompagnato da questo rimane privo di vita, di merito e di efficacia, come corpo senz'anima.
357 D. Che cosa ci proibisce il primo comandamento?
R. Il primo comandamento ci proibisce l'idolatria, la superstizione, il sacrilegio, l'eresia ed ogni altro peccato contro la religione.
358 D. Che cosa é l'idolatria?
R. Si chiama idolatria il dare a qualche creatura, per esempio ad una statua, ad un'imagine, ad un uomo, il culto supremo di adorazione dovuto a Dio solo.
359 D. Come si trova espressa nella Sacra Scrittura questa proibizione?
R. Nella Sacra Scrittura si trova espressa questa proibizione con le parole: Tu non ti farai scultura, né rappresentazione alcuna di quel che è lassù nel cielo e quaggiù in terra. E non adorerai tali cose, né ad esse presterai culto.
360 D. Proibiscono queste parole ogni sorta d'imagini?
R. No certamente; ma soltanto quelle delle false divinità, fatte a scopo di adorazione, come facevano gl'idolatri. Ciò è tanto vero che Iddio stesso comandò a Mosè di farne alcune, come le due statue di cherubini sull'arca, e il serpente di bronzo nel deserto.
361 D. Che cosa è la superstizione?
R. Si chiama superstizione qualunque devozione contraria alla dottrina e all'uso della Chiesa, come anche l'attribuire ad un'azione o ad una cosa qualunque una virtù soprannaturale che non ha.
362 D. Che cosa è il sacrilegio?
R. Il sacrilegio è la profanazione di un luogo, di una persona o di una cosa consacrata a Dio e destinata al suo culto.
363 D. Che cosa è l'eresia?
R. L'eresia è un errore colpevole dell'intelletto, per cui si nega con pertinacia qualche verità della fede.
364 D. Quali altre cose proibisce il primo comandamento?
R. Il primo comandamento ci proibisce altresì qualunque commercio col demonio e l'aggregarsi alle sètte anticristiane.
365 D. Chi ricorresse al demonio o lo invocasse, commetterebbe grave peccato?
R. Chi ricorresse al demonio o lo invocasse commetterebbe un peccato enorme, perché il demonio è il più perverso nemico di Dio e dell'uomo.
366 D. È lecito interrogare le tavole così dette parlanti o scriventi, o consultare in qualunque modo le anime dei trapassati mediante lo spiritismo?
R. Tutte le pratiche dello spiritismo sono illecite, perché superstiziose, e spesso non immuni da intervento diabolico, e perciò furono dalla Chiesa giustamente proibite.
367 D. Il primo comandamento proibisce forse di onorare ed invocare gli Angeli e i Santi?
R. No, non è proibito onorare ed invocare gli Angeli e i Santi; anzi dobbiamo farlo, perché è cosa buona e utile, e dalla Chiesa altamente raccomandata, essendo essi gli amici di Dio e i nostri intercessori presso di Lui.
368. D. Essendo Gesù Cristo il nostro unico Mediatore presso Dio, perché ricorriamo anche alla mediazione di Maria santissima e dei Santi?
R. Gesù Cristo è il nostro Mediatore presso Dio, inquantoché, essendo vero Dio e vero Uomo, Egli solo in virtù dei propri meriti ci ha riconciliati con Dio e ce ne ottiene tutte le grazie. La Vergine poi e i Santi in virtù dei meriti di Gesù Cristo e per la carità che li unisce a Dio ed a noi, ci aiutano con la loro intercessione ad ottenere le grazie che domandiamo. E questo è uno dei grandi beni della comunione dei Santi.
369 D. Possiamo onorare anche le sacre imagini di Gesù Cristo e dei Santi?
R. Si, perché l'onore che si rende alle sacre imagini di Gesù Cristo e dei Santi si riferisce alle loro stesse persone.
370 D. E le reliquie dei Santi si possono onorare?
R. Si, anche le reliquie dei Santi si debbono onorare, perché i loro corpi furono vivi membri di Gesù Cristo, e templi dello Spirito Santo, e debbono risorgere gloriosi all'eterna vita.
371 D. Che differenza vi è tra il culto che rendiamo a Dio e il culto che rendiamo ai Santi?
R. Tra il culto che rendiamo a Dio e il culto che rendiamo ai Santi vi è questa differenza, che Iddio lo adoriamo per la sua infinita eccellenza, e i Santi invece non li adoriamo, ma li onoriamo e veneriamo come amici di Dio e nostri intercessori presso di Lui. Il culto che si rende a Dio si chiama latria cioè di adorazione, ed il culto che si rende ai Santi si chiama dulia cioè di venerazione a' servi di Dio; il culto poi particolare, che prestiamo a Maria santissima, si chiama iperdulia, cioè di specialissima venerazione, come a Madre di Dio.
372 D. Che cosa ci proibisce il secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio invano?
R. Il secondo comandamento: Non nominare il nome di Dio invano, ci proibisce: 1.° di nominare il nome di Dio senza rispetto; 2.° di bestemmiare contro Dio, contro la santissima Vergine e contro i Santi; 3.° di fare giuramenti falsi o non necessari, o in qualunque modo illeciti.
373 D. Che vuol dire nominare il nome di Dio senza rispetto?
R. Nominare il nome di Dio senza rispetto vuol dire pronunziare questo santo nome e tutto ciò che si riferisce in modo speciale a Dio stesso, come il nome di Gesù, di Maria e dei Santi, nella collera, per ischerzo, o in altro modo poco riverente.
374 D. Che cosa è la bestemmia?
R. La bestemmia è un orribile peccato che consiste in parole o atti di disprezzo o di maledizione contro Dio, la Vergine, i Santi, o contro le cose sante.
375 D. Vi é differenza Ira la bestemmia e l' imprecazione?
R. V'è differenza perché con la bestemmia si maledice, o si desidera il male a Dio, alla Madonna, ai Santi, mentre con la imprecazione si maledice o si desidera il male a sé stesso, o al prossimo.
376 D. Che cosa è il giuramento?
R. Il giuramento è il chiamare Dio in testimonio della verità di ciò che si dice, o si promette.
377 D. È sempre proibito il giurare?
R. Non è sempre proibito il giurare, ma è lecito anzi onorevole a Dio quando vi sia necessità e il giuramento sia fatto con verità, con giudizio e con giustizia.
378 D. Quando non sì giura con verità?
R. Quando si afferma con giuramento ciò che si sa, o si crede che sia falso, e quando con giuramento si promette di fare ciò che non si ha intenzione di eseguire.
379 D. Quando non si giura con giudizio?
R. Quando si giura senza prudenza e senza matura considerazione, ovvero per cose di poca importanza.
380 D. Quando non si giura con giustizia?
R. Quando si giura di fare una cosa che non sia giusta o lecita, come vendicarsi, rubare ed altre cose simili.
381 D. Siamo noi obbligati di mantenere il giuramento di fare cose ingiuste od illecite?
R. Non solo non siamo obbligati, ma peccheremmo facendole, perché proibite dalla legge di Dio, o della Chiesa.
382 D. Chi giura il falso che peccato commette?
R. Chi giura il falso commette peccato mortale, perché disonora gravemente Dio verità infinita, chiamandolo in testimonio del falso.
383 D. Che cosa ci ordina il secondo comandamento?
R. Il secondo comandamento ci ordina di onorare il nome santo di Dio e di adempiere oltre i giuramenti anche i voti.
384 D. Che cosa è il voto?
R. Il voto è una promessa che si fa a Dio di una cosa buona e a noi possibile e migliore della cosa contraria, alla quale ci obblighiamo come se ci fosse comandata.
385 D. Se la osservanza del voto riuscisse in tutto o in parte molto difficile, che si dovrebbe fare?
R. Si può domandare la commutazione o la dispensa al proprio Vescovo, od al Sommo Pontefice, secondo la qualità del voto.
386 D. È peccato trasgredire i voti?
R. Il trasgredire i voti è peccato, e perciò non dobbiamo far voti senza matura riflessione e, ordinariamente, senza il consiglio del confessore, o d'altra persona prudente, per non esporci al pericolo di peccare.
387 D. Si possono fare i voti alla Madonna ed ai Santi?
R. I voti si fanno solamente a Dio: si può però promettere a Dio di far qualche cosa in onore della Madonna, o dei Santi.
388 D. Che cosa ci ordina il terzo comandamento: Ricordati di santificare le feste?
R. Il terzo comandamento: Ricordati di santificare le feste, ci ordina di onorare Dio con opere di culto nei giorni di festa.
389 D. Quali sono i giorni di festa?
R. Nell'antica legge erano i sabati ed altri giorni particolarmente solenni per il popolo ebreo; nella legge nuova sono le domeniche ed altre festività stabilite dalla Chiesa.
390 D. Perché nella legge nuova si santifica la domenica invece del sabato?
R. La domenica, che significa giorno del Signore, fu sostituita al sabato perché in tal giorno Gesù Cristo Signor nostro risuscitò.
391 D. Quale opera di culto ci viene comandata nei giorni di festa?
R. Ci viene comandato di assistere divotamente al santo sacrificio della Messa.
392 D. Con quali altre opere un buon cristiano santifica le feste?
R. Il buon cristiano santifica le feste:
393 D. Che cosa ci proibisce il terzo comandamento?
R. Il terzo comandamento ci proibisce le opere servili e qualunque opera che ci impedisca il culto di Dio.
394 D. Quali sono le opere servili proibite nei giorni di festa?
R. Le opere servili proibite nei giorni di festa sono le opere dette manuali, cioè quei lavori materiali in cui ha parte più il corpo che lo spirito; come quelle che ordinariamente si fanno dai servi, dagli operai e dagli artieri.
395 D. Quale peccato si commette lavorando in giorno di festa?
R. Lavorando in giorno di festa si commette peccato mortale: scusa però dalla colpa grave la brevità del tempo che si occupa.
396 D. Non vi è alcuna opera servile che sia permessa nei giorni di festa?
R. Nei giorni di festa sono permesse quelle opere che sono necessarie alla vita, o al servizio di Dio; e quelle che si fanno per una causa grave domandando licenza, se si può, al proprio parroco.
397 D. Per qual fine nelle feste sono proibite le opere servili?
R. Sono proibite nelle feste le opere servili, affinché possiamo meglio attendere al divin culto e alla salute dell'anima nostra; e riposarci dalle fatiche. Per questo non è proibito qualche onesto divertimento.
398 D. Quali altre cose dobbiamo schivare sovrattutto nelle feste?
R. Nelle feste dobbiamo schivare sopra tutto il peccato e tutto ciò che può indurci al peccato, come i divertimenti e i ritrovi pericolosi.
399 D. Che cosa ci ordina il quarto comandamento: Onora il padre e la madre?
R. Il quarto comandamento: Onora il padre e la madre, ci ordina di rispettare il padre e la madre, di obbedire loro in tutto ciò che non èpeccato, e di aiutarli nei loro bisogni spirituali e temporali.
400 D. Che cosa ci proibisce il quarto comandamento?
R. Il quarto comandamento ci proibisce di offendere i genitori con le parole, con le opere e in qualsiasi altro modo.
401 D. Sotto il nome di padre e di madre, quali altre persone comprende questo comandamento?
R. Questo comandamento, sotto il nome di padre e di madre comprende ancora tutti i superiori, cosi ecclesiastici, come secolari, ai quali perciò dobbiamo obbedire e portare rispetto.
402 D. Donde viene ai genitori l'autorità di comandare ai figliuoli, e l'obbligo ai figliuoli di obbedire loro?
R. L'autorità che i genitori hanno di comandare ai figliuoli, e l'obbligo ai figliuoli di obbedire, viene da Dio che costituì ed ordinò la famiglia, acciocché in essa l'uomo trovi i primi mezzi necessari al suo perfezionamento materiale e spirituale.
403 D. I genitori hanno dei doveri verso i loro figli?
R. I genitori hanno il dovere di amare, alimentare e mantenere i loro figliuoli, di provvedere alla loro educazione religiosa e civile, di dar loro buono esempio, di allontanarli dall'occasione di peccato, correggerli delle loro mancanze, ed aiutarli ad abbracciare lo stato al quale sono chiamati da Dio.
404 D. Ci diede Iddio l'esempio di famiglia perfetta?
R. Iddio ci diede l'esempio di famiglia perfetta nella Sacra Famiglia, nella quale Gesù Cristo visse soggetto a Maria santissima e a S. Giuseppe fino ai trent'anni, cioè fino a quando incominciò ad esercitare la missione affidatagli dall'Eterno Padre di predicare il Vangelo.
405 D. Se le famiglie vivessero da sole, separate una dall'altra, potrebbero provvedere a tutti i propri bisogni materiali e morali?
R. Se le famiglie vivessero da sole, separate una dall'altra, non potrebbero provvedere ai propri bisogni, ed è necessario che si siano unite in società civile, a fine di aiutarsi a vicenda per il perfezionamento e la felicità comune.
406 D. Che cosa è la società civile?
R. La società civile è l'unione di molte famiglie dipendenti dall'autorità di un capo, per aiutarsi scambievolmente a conseguire il mutuo perfezionamento e la felicità temporale.
407 D. Donde viene alla società civile l'autorità che la governa?
R. L'autorità che governa la società civile viene da Dio, che la vuole costituita a bene comune.
408 D. Vi è obbligo di rispettare e di obbedire l'autorità che governa la società civile?
R. Si, tutti quelli che appartengono alla società civile hanno l'obbligo di rispettare e di obbedire l'autorità perché viene da Dio, e perché cosi è richiesto dal bene comune.
409 D. Si debbono rispettare tutte le leggi che sono imposte dall'autorità civile?
R. Si debbono rispettare tutte le leggi che l'autorità civile impone, purché esse non siano contrarie alla legge di Dio, secondo il comando e l'esempio di nostro Signor Gesù Cristo.
410 D. Oltre il rispetto e l'obbedienza alle leggi imposte dall'autorità, coloro che fanno parte della società civile hanno altri do zeri?
R. Coloro che fanno parte della società civile, hanno, oltre l'obbligo del rispetto e dell'obbedienza alle leggi, il dovere di vivere concordi e di adoperarsi ciascuno coi mezzi e con le forze proprie affinché essa sia virtuosa, pacifica, ordinata e prospera a comune vantaggio.
411 D. Che cosa proibisce il quinto comandamento:Non ammazzare?
R. Il quinto comandamento: Non ammazzare, proibisce di dar morte, battere, ferire o fare qualunque altro danno al prossimo nel corpo, sia per sé, sia per mezzo d'altri; come pure di offenderlo con parole ingiuriose e di volergli male. In questo comandamento Iddio proibisce anche il dar morte a se stesso, ossia il suicidio.
412 D. Perché è peccato grave uccidere il prossimo?
R. Perché l'uccisore si usurpa temerariamente il diritto che ha Dio solo sulla vita dell'uomo; perché distrugge la sicurezza dell'umano consorzio, e perché toglie al prossimo la vita, che è il più gran bene naturale che ha sulla terra.
413 D. Vi sono dei casi nei quali sia lecito uccidere il prossimo?
R. È lecito uccidere il prossimo quando si combatte in una guerra giusta, quando si eseguisce per ordine dell'autorità suprema la condanna di morte in pena di qualche delitto; e finalmente quando trattasi di necessaria e legittima difesa della vita contro un ingiusto aggressore.
414 D. Dio, nel quinto comandamento, proibisce anche di nuocere alla vita spirituale del prossimo?
R. Si, Iddio nel quinto comandamento proibisce anche di nuocere alla vita spirituale del prossimo con lo scandalo.
415 D. Che cosa è lo scandalo?
R. Lo scandalo è qualunque detto, fatto o omissione, che è occasione ad altri di commettere peccati.
416 D. È peccato grave lo scandalo?
R. Lo scandalo è un peccato grave, perché tende a distruggere la più grande opera di Dio, che è la redenzione, con la perdita delle anime; dà al prossimo la morte dell'anima togliendogli la vita della grazia, che è più preziosa della vita del corpo; è causa di una moltitudine di peccati. Perciò Iddio minaccia agli scandalosi i più severi castighi.
417 D. Perché nel quinto comandamento, Dio proibisce il dar morte a se stesso, ossia il suicidio?
R. Nel quinto comandamento, Dio proibisce il suicidio perché l'uomo non è padrone della sua vita, come non lo è di quella degli altri. La Chiesa poi punisce il suicida colla privazione della sepoltura ecclesiastica.
418 D. È proibito nel quinto comandamento anche il duello?
R. Si, nel quinto comandamento è proibito anche il duello, perché il duello partecipa della malizia del suicidio e dell'omicidio, ed è scomunicato chiunque volontariamente vi ha parte, anche di semplice spettatore.
419 D. È anche proibito il duello quando sia escluso il pericolo di morte?
R. È anche proibito questo duello perché non solamente non possiamo uccidere, ma neanche ferire volontariamente noi stessi e gli altri.
420 D. La difesa dell'onore può scusare il duello?
R. No: perché non è vero, che nel duello si ripara l'offesa; e perché non si può riparare l'onore con un azione ingiusta, irragionevole e barbara, quale è il duello.
421 D. Che cosa ci ordina il quinto comandamento?
R. Il quinto comandamento ci ordina di perdonare ai nostri nemici, e di voler bene a tutti.
422 D. Che cosa deve fare chi ha danneggiato il prossimo nella vita del corpo, o in quella dell'anima?
R. Chi ha danneggiato il prossimo non basta che si confessi, ma deve anche riparare al male che ha fatto col risarcire al prossimo i danni arrecati, col ritrattare gli errori insegnati, e col dar buoni esempi.
423 D. Che cosa ci proibisce il sesto comandamento: Non fornicare?
R. Il sesto comandamento: Non fornicare, ci proibisce ogni atto, ogni sguardo, ogni discorso contrario alla castità, e l'infedeltà nel matrimonio.
424 D. Che cosa proibisce il nono comandamento?
R. Il nono comandamento proibisce espressamente ogni desiderio contrario alla fedeltà che i coniugi si sono giurata nel contrarre matrimonio: e proibisce pure ogni colpevole pensiero o desiderio di azione vietata dal sesto comandamento.
425. D. É un gran peccato l'impurità?
R. È un peccato gravissimo ed abominevole innanzi a Dio ed agli uomini; avvilisce l'uomo alla condizione dei bruti, lo trascina a molti altri peccati e vizi, e provoca i più terribili castighi in questa vita e nell'altra.
426 D. Sono peccati tutti i pensieri che ci vengono in mente contro la purità?
R. I pensieri che ci vengono in mente contro la purità, per se stessi non sono peccati, ma piuttosto tentazioni e incentivi al peccato.
427 D. Quando è che sono peccati i pensieri cattivi?
R. I pensieri cattivi, ancorché siano inefficaci, sono peccati quando colpevolmente diamo loro motivo, o vi acconsentiamo, o ci esponiamo al pericolo prossimo di acconsentirvi.
428 D. Che cosa ci ordinano il sesto e nono comandamento?
R. Il sesto comandamento ci ordina di essere casti e modesti negli atti, negli sguardi, nel portamento e nelle parole. Il nono comandamento ci ordina di essere casti e puri anche nell'interno, cioè nella mente e nel cuore.
429 D. Che cosa ci convien fare per osservare il sesto e il nono comandamento?
R. Per ben osservare il sesto e il nono comandamento, dobbiamo pregare spesso e di cuore Iddio, essere divoti di Maria Vergine Madre della purità, ricordarci che Dio ci vede, pensare alla morte, ai divini castighi, alla passione di Gesù Cristo, custodire i nostri sensi, praticare la mortificazione cristiana e frequentare colle dovute disposizioni i sacramenti.
430 D. Che cosa dobbiamo fuggire per mantenerci casti?
R. Per mantenerci casti conviene fuggire l'ozio, i cattivi compagni, la lettura dei libri e dei giornali cattivi, l'intemperanza, il guardare le immagini indecenti, gli spettacoli licenziosi, le conversazioni pericolose, e tutte le altre occasioni di peccato.
431 D. Che cosa ci proibisce il settimo comandamento: Non rubare?
R. Il settimo comandamento: Non rubare, proibisce di prendere e di ritenere ingiustamente la roba altrui e di recar danno al prossimo nella roba in qualunque altro modo.
432 D. Che cosa vuol dire rubare?
R. Vuol dire prendere ingiustamente la roba altrui contro la volontà del padrone, quando cioè egli ha tutta la ragione ed il diritto di non volerne essere privato.
433 D. Perché si proibisce il rubare?
R. Perché si pecca contro la giustizia, e si fa ingiuria al prossimo, prendendo e ritenendo contro il suo diritto e la sua volontà ciò che gli appartiene.
434 D. Che cosa é la roba d'altri?
R. E tutto ciò che appartiene al prossimo, che ne ha la proprietà o l'uso, o lo tiene in deposito.
435 D. In quanti modi si prende ingiustamente la roba degli altri?
R. In due modi: col furto e con la rapina.
436 D. Il fino come si commette?
R. Il furto si commette prendendo occultamente la roba degli altri.
437 D. La rapina come si commette?
R. La rapina si commette prendendo con violenza e manifestamente la roba degli altri.
438 D. In quali casi si può prendere la roba degli altri senza far peccato?
R. Quando il padrone non fosse contrario, ovvero quando ingiustamente non volesse, come accadrebbe di uno che avesse estrema necessità, purché prendesse soltanto quanto gli è strettamente necessario per sovvenire all'urgente ed estremo bisogno.
439 D. Solamente col furto e con la rapina si danneggia il prossimo nella roba?
R. Si danneggia anche con la frode, con l'usura e con qualunque altra ingiustizia contro i suoi beni.
440 D. Come si commette la frode?
R. La frode si commette ingannando il prossimo nel commercio con pesi, misure o monete false e con merci cattive; falsificando scritture e documenti; in somma facendo inganni nelle compre, nelle vendite ed in qualsiasi altro contratto ed anche quando non si vuol dare il giusto ed il convenuto.
441 D. In qual modo si commette l'usura?
R. L'usura si commette con l'esigere senza legittimo titolo un illecito interesse per una somma prestata, abusando del bisogno e dell'ignoranza altrui.
442 D. Quali altre ingiustizie si commettono contro i beni del prossimo?
R. Col fargli perdere ingiustamente ciò che ha, col danneggiarlo nelle possessioni, non lavorare conforme al dovere, non pagare per malizia i debiti e le dovute mercedi, col ferire od uccidere animali che gli appartengono, col mandare a male le cose avute in custodia, con l'impedire ad alcuno di fare un giusto guadagno, col tenere mano ai ladri, col ricevere, nascondere o comprare la roba rubata.
443 D. È peccato grave rubare?
R. È un peccato grave contro la giustizia quando trattasi di materia grave, essendo cosa molto importante che sia rispettato il diritto che ciascuno ha sulla roba propria, e ciò per il bene degli individui, delle famiglie e della società.
444 D. Quando è grave la materia del furto?
R. È grave quando si toglie cosa rilevante, ed anche quando, togliendosi cosa di poco momento, il prossimo ne patisce grave danno.
445 D. Che cosa ci ordina il settimo comandamento?
R. Il settimo comandamento ci ordina di rispettare la roba degli altri, dare la giusta mercede agli operai, ed osservare la giustizia in tutto quello che riguarda la proprietà altrui.
446 D. Chi ha peccato contro il settimo comandamento basta che se ne confessi?
R. Chi ha peccato contro il settimo comandamento non basta che se ne confessi, ma bisogna che faccia quello che può per restituire la roba d'altri e risarcire i danni.
447 D. Che cosa è il risarcimento dei danni?
R. Il risarcimento dei danni è il compenso che si deve dare al prossimo dei frutti e dei guadagni perduti a cagione del furto e delle altre ingiustizie commesse a suo danno.
448 D. A chi si deve restituire la roba rubata?
R. A chi si è rubato; ai suoi eredi, se egli fosse morto; e se ciò fosse veramente impossibile, si deve erogarne il valore a beneficio dei poveri e di pie opere.
449 D. Che cosa si deve fare quando si trova qualche cosa di grande valore?
R. Devesi usare grande diligenza per trovarne il padrone, e restituirgliela fedelmente.
450 D. Che cosa ci proibisce l'ottavo comandamento: Non dire falso testimonio?
R. L'ottavo comandamento: Non dire il falso testimonio, ci proibisce di attestare il falso in giudizio: e proibisce ancora la detrazione o mormorazione, la calunnia, l'adulazione, il giudizio ed il sospetto temerario ed ogni sorta di bugia.
451 D. Che cos'è la detrazione o mormorazione?
R. La detrazione o mormorazione è un peccato che consiste nel manifestare, senza giusto motivo, i peccati e difetti altrui.
452 D. Che cos'è la calunnia?
R. La calunnia è un peccato che consiste nell'attribuire malignamente al prossimo colpe e difetti che non ha.
453 D. Che cos'è l'adulazione?
R. L'adulazione è un peccato che consiste nell' ingannare taluno col dire falsamente bene di lui o di altri, allo scopo di averne vantaggio.
454 D. Che cos'è il giudizio o sospetto temerario?
R. Il giudizio o sospetto temerario è un peccato che consiste nel giudicare o sospettar male degli altri senza un giusto fondamento.
455 D. Che cos'è la bugia?
R. La bugia è un peccato che consiste nell'asserire per vero o per falso, con parole o con fatti, ciò che non si crede tale.
456 D. Di quante specie è la bugia?
R. La bugia è di tre specie: giocosa, officiosa e dannosa.
457 D. Qual è la bugia giocosa?
R. La bugia giocosa è quella con cui si mentisce per giuoco, e senza pregiudizio di alcuno.
458 D. Qual è la bugia officiosa?
R. La bugia officiosa è l'asserzione del falso per la propria o per l'altrui utilità, senza pregiudizio di alcuno.
459 D. Qual è la bugia dannosa?
R. La bugia dannosa è l'asserzione del falso con pregiudizio del prossimo.
460 D. E mai lecito dir la bugia?
R. Non è mai lecito dir la bugia né per giuoco, né per proprio, né per altrui vantaggio, essendo cosa per se stessa cattiva.
461 D. Che peccato è la bugia?
R. La bugia quando è giocosa od officiosa èpeccato veniale; quando poi è dannosa è peccato mortale, se il danno che reca è grave.
462 D. È necessario sempre dir tutto come si pensa?
R. Non è sempre necessario, specialmente quando chi interroga non ha il diritto di sapere ciò che domanda.
463 D. Chi ha peccato contro l'ottavo comandamento, basta che se ne confessi?
R. Chi ha peccato contro l'ottavo comandamento, non basta che se ne confessi, ma obbligato anche a ritrattare quanto disse calunniando il prossimo, e a riparare, nel miglior modo che può, i danni che gli ha cagionato.
464 D. Che cosa ci ordina l'ottavo comandamento?
R. L'ottavo comandamento ci ordina di dire a tempo e luogo la verità, è di interpretare in bene, per quanto possiamo, le azioni del nostro prossimo.
465 D. Che cosa ci proibisce il decimo comandamento: Non desiderare la roba d'altri?
R. Il decimo comandamento: Non desiderare la roba d'altri, proibisce il desiderio di privare altri della sua roba e il desiderio di acquistar roba con mezzi ingiusti.
466 D. Perché proibisce Iddio anche il desiderio della roba altrui?
R. Dio ci proibisce i desideri sregolati della roba altrui, perché Egli vuole che noi anche internamente siamo giusti e ci teniamo sempre più lontani dalle opere ingiuste.
467 D. Il decimo comandamento che cosa ci ordina?
R. Il decimo comandamento ci ordina di contentarci dello stato in cui Dio ci ha posti e di soffrire con pazienza la povertà, quando Iddio ci voglia in tale stato.
468 D. Come può il cristiano essere contento nello stato di povertà?
R. Il cristiano può essere contento anche nello stato di povertà, considerando che massimo bene è la coscienza pura e tranquilla, che la nostra vera patria èil cielo, e che Gesù Cristo si fece povero per amor nostro e ha promesso un premio speciale a tutti quelli che sopportano con pazienza la povertà.
469 D. Oltre i comandamenti di Dio, che altro dobbiamo noi osservare?
R. Oltre i comandamenti di Dio noi dobbiamo osservare i precetti della Chiesa.
470. D. Siamo noi obbligati ad obbedire alla Chiesa?
R. Senza dubbio siamo obbligati ad obbedire alla Chiesa, perché Gesù Cristo medesimo lo comanda, e perché i precetti della Chiesa aiutano ad osservare i comandamenti di Dio.
471 D. Quando comincia l'obbligo di osservare i precetti della Chiesa?
R. L'obbligo di osservare i precetti della Chiesa generalmente incomincia dall'uso di ragione.
472 D. É peccato trasgredire un precetto della Chiesa?
R. Il trasgredire avvertitamente un precetto della Chiesa in materia grave è peccato mortale.
473 D. Chi può dispensare da un precetto della Chiesa?
R. Da un precetto della Chiesa può dispensare solamente i Papa, e chi da lui ne ha ricevute le facoltà.
474 D. Quanti e quali sono i precetti della Chiesa?
(*) R. I Precetti della Chiesa sono cinque:
475 D. Che cosa ci ordina il primo precetto o comandamento della Chiesa: Ascoltare la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate?
R. Il primo precetto della Chiesa: Ascoltare la Messa tutte le domeniche e le altre feste comandate, ci ordina di assistere con divozione alla santa Messa in tutte le domeniche e nelle altre feste di precetto.
476 D. Qual'è la Messa alla quale la Chiesa desidera che si assista nelle domeniche e nelle altre feste di precetto?
R. La Messa alla quale la Chiesa desidera che possibilmente si assista nelle domeniche e nelle altre feste di precetto e la Messa parrocchiale.
477 D. Perché la Chiesa raccomanda ai fedeli di assistere alla Messa parrocchiale?
R. La Chiesa raccomanda ai fedeli di assistere alla Messa parrocchiale:
478 D. Che cosa vuol dire: domenica?
R. Domenica vuol dire giorno del Signore, cioè giorno specialmente consacrato al divino servizio.
479 D. Perché nel primo comandamento della Chiesa si fa menzione speciale della domenica?
R. Nel primo comandamento della Chiesa si fa menzione speciale della domenica, perché essa é la festa principale presso i cristiani come il sabato era la festa principale presso gli ebrei, istituita da Dio stesso.
480 D. Quali altre feste ha istituito la Chiesa?
R. La Chiesa ha istituito anche le feste di nostro Signore, della SSma Vergine, degli Angeli e dei Santi.
481 D. Perché la Chiesa ha istituito altre feste di nostro Signore?
R. La Chiesa ha istituito altre feste di nostro Signore in memoria de' suoi divini misteri.
482 D. Le feste della SSma Vergine, degli Angeli e dei Santi perché sono state istituite?
R. Le feste della santissima Vergine, degli Angeli e dei Santi, sono state istituite 1.° in memoria delle grazie che Dio loro ha fatte, e per ringraziarne la divina bontà; 2.° affinché noi li onoriamo, imitiamo i loro esempi e siamo aiutati dalle loro preghiere.
483 D. Che cosa ci ordina il secondo precetto della Chiesa con le parole: Digiunare i giorni comandati?
R. Il secondo precetto della Chiesa con le parole: Digiunare i giorni comandati, ci ordina di osservare il digiuno:
484 D. In che consiste il digiuno?
R. Il digiuno consiste nel fare un solo pasto al giorno e nell' astenersi dai cibi vietati.
485 D. Nei giorni di digiuno, si può fare la sera una piccola refezione?
R. Per condiscendenza della Chiesa si può, nei giorni di digiuno, fare un po' di refezione alla sera.
486 D. A che serve il digiuno?
R. Il digiuno serve a meglio disporci all'orazione, a fare penitenza dei peccati commessi e preservarci dal commetterne dei nuovi.
487 D. Chi è obbligato al digiuno?
R. Al digiuno sono obbligati tutti i cristiani, che hanno compiuto ventun anno e che non sono o dispensati o scusati da legittimo impedimento.
488 D. Quelli che non hanno l'obbligo del digiuno sono affatto esenti dalla mortificazione?
R. Quelli che non hanno l'obbligo del digiuno non sono affatto esenti dalla mortificazione, perché siamo tutti obbligati a fare penitenza.
489 D. Per qual fine è stata istituita la Quaresima?
R. La Quaresima è stata istituita per imitare in qualche modo il rigoroso digiuno di quaranta giorni che Gesù Cristo fece nel deserto, e per prepararci col mezzo della penitenza a celebrare santamente la Pasqua.
490 D. Per qual fine è stato istituito il digiuno dell'Avvento?
R. Il digiuno dell'Avvento è stato istituito per disporci a celebrare santamente il Natale di N. S. Gesù Cristo.
491 D. Per qual fine è stato istituito il digiuno delle quattro tempora?
R. Il digiuno delle quattro tempora, è stato istituito per consacrare ogni stagione dell'anno con la penitenza di alcuni giorni; per domandare a Dio la conservazione dei frutti della terra; per ringraziarlo dei frutti già dati, e per pregarlo di dare alla sua Chiesa dei buoni ministri, dei quali si fa l'ordinazione nei sabati delle quattro tempora.
492 D. Per qual fine é stato istituito il digiuno delle vigilie?
R. Il digiuno delle vigilie è stato istituito per prepararci a celebrare santamente le feste principali.
493 D. Che cosa ci è proibito nel venerdì e neI sabato non dispensato?
R. Nel venerdì e nel sabato non dispensato, ci è proibito il mangiar carne, eccettuato il caso di necessità.
494 D. Perché la Chiesa ha voluto che ci asteniamo dal mangiar carne in questi giorni?
R. Acciocché facciamo penitenza in ogni settimana, e massime il venerdì in onore della Passione, ed il sabato in memoria della sepoltura di Gesù Cristo, e in onore di Maria SSma.
495 D. Che cosa ci comanda la Chiesa colle parole del terzo precetto: Confessarsi almeno una volta l'anno?
R. Con le parole del terzo precetto: Confessarsi almeno una volta l'anno, la Chiesa obbliga tutti i cristiani, che sono giunti all'uso di ragione, ad accostarsi almeno una volta l'anno al sacramento della Penitenza.
496 D. Qual è il tempo più opportuno per soddisfare ai precetto della Confessione annuale?
R. Il tempo più opportuno per soddisfare al precetto della confessione annuale é la Quaresima secondo l'uso introdotto e approvato da tutta la Chiesa.
497 D. Perché la Chiesa dice che ci confessiamo almeno una volta l'anno?
R. La Chiesa dice: almeno, per farci conoscere il suo desiderio che ci accostiamo più spesso ai santi sacramenti.
498 D. È dunque cosa utile confessarsi spesso?
R. È cosa utilissima confessarsi spesso, massimamente perché é difficile che si confessi bene e si tenga lontano dal peccato mortale chi si confessa di rado.
499 D. Che cosa ci prescrive la Chiesa con le altre parole del terzo precetto: Comunicarsi almeno alla Pasqua di Risurrezione, ciascuno nella propria parrocchia?
(*) R. Con le altre parole del terzo precetto: Comunicarsi almeno alla Pasqua di Risurrezione, ciascuno nella propria parrocchia, la Chiesa obbliga tutti i cristiani che sono arrivati all'età della discrezione, a ricevere ogni anno la santissima Eucaristia nella propria parrocchia durante il tempo pasquale.
500 D. Siamo in altro tempo, fuori di Pasqua, obbligati a comunicarci?
R. Siamo obbligati a comunicarci anche in pericolo di morte.
501 D. Perché si dice che ci comunichiamo almeno alla Pasqua?
R. Perché la Chiesa desidera vivamente che non solo alla Pasqua di Risurrezione, ma il più spesso possibile ci accostiamo alla santa Comunione, che é il divino nutrimento delle anime nostre.
502 D. Si soddisfa questo precetto con una confessione, o comunione sacrilega?
R. Chi facesse una confessione e comunione sacrilega non soddisfa al terzo precetto della Chiesa, perché l'intenzione della Chiesa é che si ricevano questi sacramenti pel fine per cui furono istituiti, cioè per la nostra santificazione.
503. D. Come si osserva il quarto precetto dalla Chiesa: Pagar le decime dovute alla Chiesa?
R. Il quarto precetto: Pagar le de cime dovute alla Chiesa, si osserva col pagare quelle offerte o prestazioni che sono state stabilite per riconoscere il supremo dominio che Iddio ha sopra tutte le cose, e per provvedere all'onesta sussistenza de' suoi ministri.
504 D. Come si devono pagare le decime?
R. Le decime si devono pagare di quelle cose e in quel modo che porta la consuetudine dei luoghi.
505 D. Che cosa ci proibisce la Chiesa nel quinto precetto. Non celebrare le nozze nei tempi proibiti?
(*) R. Nel quinto precetto la Chiesa non vieta la celebrazione del sacramento del Matrimonio; ma soltanto la solennità delle nozze dalla prima domenica dell'Avvento sino all' Epifania, e dal primo giorno di Quaresima sino all'ottava di Pasqua.
506 D. Quale è la solennità delle nozze proibita?
R. La solennità proibita da questo precetto consiste nella Messa propria degli sposi, nella benedizione nuziale, e nella pompa straordinaria delle nozze.
507 D. Perché le dimostrazioni di pompa non convengono nell'Avvento e nella Quaresima?
R. Le dimostrazioni di pompa non convengono nell'Avvento e nella Quaresima, perché questi sono tempi specialmente consacrati alla penitenza e all'orazione.
508 D. Che cosa sono i doveri del proprio stato?
R. Per doveri del proprio stato s'intendono quelle particolari obbligazioni che ciascuno ha per causa dello stato, della condizione e dell'officio in cui si trova.
509 D. Chi ha imposto ai vari stati i particolari loro doveri?
R. Dio stesso ha imposto ai vari stati i particolari loro doveri, perché questi derivano da' suoi divini comandamenti.
510 D. Spiegatemi con qualche esempio come i doveri particolari derivino dai dieci comandamenti.
R. Nel quarto comandamento sotto il nome di padre e di madre, s'intendono anche tutti i nostri superiori, e perciò da quel comandamento derivano tutti i doveri di obbedienza, di amore e di rispetto degli inferiori verso i loro superiori, e tutti i doveri di vigilanza che hanno i superiori verso i loro inferiori.
511 D. Da quali comandamenti derivano i doveri degli artigiani, dei commercianti, degli amministratori di roba altrui e simili?
R. I doveri di fedeltà, di sincerità, di giustizia, di equità, che essi hanno, derivano dal settimo, dall'ottavo e dal decimo comandamento che proibiscono ogni frode, ingiustizia, negligenza e doppiezza.
512 D. I doveri delle persone consacrate a Dio, da quale comandamento derivano?
R. I doveri delle persone consacrate a Dio derivano dal secondo comandamento che ordina di adempiere i voti e le promesse fatte a Dio, essendosi tali persone obbligate in tal modo alla osservanza di tutti o di alcuni consigli evangelici.
513 D. Che cosa sono i consigli evangelici?
R. I consigli evangelici sono alcuni mezzi suggeriti da Gesù Cristo nel santo Vangelo per giungere alla cristiana perfezione.
514 D. Quali sono i consigli evangelici?
R. I consigli evangelici sono: la povertà volontaria, la castità perpetua, e l'obbedienza in ogni cosa che non sia peccato.
515 D. A che servono i consigli evangelici?
R. I consigli evangelici servono a facilitare l'osservanza dei comandamenti e ad assicurar meglio la eterna salute.
516 D. Perché i consigli evangelici facilitano l'osservanza dei comandamenti?
R. I consigli evangelici facilitano l'osservanza dei comandamenti, perché ci aiutano a distaccare il cuore dall'amor della roba, dai piaceri, e dagli onori, e cosi ci allontanano dal peccato.
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