Vent’anni fa, domenica 2 dicembre 1984, faceva il suo ingresso come parroco di Salzano, mons. Giuseppe Vardanega, l’ultimo del XX secolo ed il primo del Terzo Millennio Cristiano.
Anche se da tempo si pensa ad una storia che si occupi di coloro che hanno retto le sorti di questa comunità parrocchiale, non si è mai trovato il tempo necessario per rendere giustizia anche a questi sacerdoti in cura d’anime (e, perché no, anche ai loro collaboratori, cioè i cappellani), dei quali quasi mai si è parlato con la dovuta completezza.
Il problema è datato, e certamente non risolvibile in poco tempo, ma se ci diamo le mani dattorno, qualcosa di nuovo ne verrà fuori.
I libri ci sono, i documenti anche, pur non nascondendoci la non trascurabile difficoltà rappresentata dalla loro mole e numerosità.
Spero che da questo intervento possa nascere un’iniziativa che tra due anni, per il 50° di messa di monsignor Vardanega, possa portare ad un ricordo più documentato e circostanziato.
Intanto, questo possa essere accettato come l’omaggio dell’Associazione Culturale “Tempo e Memoria” e mio personale per la ricorrenza.
I tentativi non sono mancati, ma per varie ragioni l’obbiettivo non è stato colto in modo pieno, sia per la scarsezza delle conoscenze, sia per la mancanza di documentazione continua nel tempo (che si fa sentire man mano che ci si allontana dal momento presente).
Il primo piccolo elenco che mi viene in mente risale a mons. Carlo Agnoletti (Giavera del Montello, 1845-Treviso, 1913) che, nel secondo volume del suo studio Treviso e le sue pievi del 1898 cita genericamente “parochi, cappellani e pievani”, e richiama all’attenzione dei lettori solo cinque parroci di Salzano (Zanetti, Antonio De Marchi, Vittorio Allegri, Antonio Bosa e Giuseppe Sarto), certamente quelli da lui ritenuti più importanti o dei quali era in possesso di documentazione idonea.
Un po’ più dettagliata è la lista di mons. Angelo Marchesan (Ramon di Loria, 1859-Treviso, 1932): nel volume dedicato a papa Sarto (uscito a dispense nel biennio 1904-05): i vescovi di Concordia che, tra Quattrocento e Cinquecento, si facevano rappresentare da un vicario, Vittorio Allegri, Girolamo Orsolini, Angelo Rampini, Antonio Bosa, Giuseppe Sarto, Giuseppe Menegazzi, Giovanni Battista Prevedello ed Eugenio Bacchion. Per la prima volta appaiono i nomi di alcuni cappellani.
Dobbiamo arrivare al 1928 per avere una elencazione molto più articolata, anche se non completa e non del tutto esatta: mons. Eugenio Bacchion, parroco dal 1903 al 1949, ha firmato un capitolo di 11 pagine (pp. 59-70) della monografia Salzano Cenni storici 1427-1927, uscita nel 1928, che è da considerarsi tuttavia buona per le pur brevi notizie su molti sacerdoti.
Altri due elenchi parziali si trovano nei volumi di mons. Luigi Pesce (Moniego, 1913-Treviso, 2001) mons. Giuseppe Liberali (Scorzè, 1898-Treviso, 1985) per il Cinquecento (con ulteriori informazioni sui cappellani), editi negli ultimi 20-30 anni.
Da allora in poi, a Salzano sono stati effettuati solo pochi approfondimenti: un elenco (di autore anonimo) esposto in sacrestia, una miglioria per quanto riguarda il Quattrocento di Ivone Venturini ed un elenco tratto da atti curiali, scritto da mons. Antonio Sartoretto (Musano, 1902-Treviso, 1986).
Questi elenchi concordano tra di loro soprattutto dal Seicento in poi, ma per i secoli precedenti le variazioni sono a volte notevolissime.
È quindi giunto il momento di porre le premesse per un ulteriore studio, che renda giustizia all’operato di questi consacrati in cura d’anime.
I nomi che seguono sono piuttosto attendibili solo a partire dalla fine del Cinquecento e dall’inizio del Seicento: prima di queste date (legate al Concilio di Trento ed alla “normalizzazione” che ad esso seguì) i documenti sono scarsi e sempre più rari, man mano che si procede a ritroso nel tempo.
I parroci di Salzano sono stati semplici rettori fino al 1427, poi pievani onorati come arcipreti dal 1761 (o 1778, a seconda delle interpretazioni) e come monsignori da cento anni (1904).
Il rettore è il responsabile di una chiesa filiale, dipendente dalla pieve matrice: Salzano fu chiesa filiale della pieve matrice di Zianigo fino a quando Martino V stabilì la sua indipendenza con la concessione del fonte battesimale.
Il termine pievano è sinonimo di parroco, cioè di responsabile di una comunità parrocchiale. Quindi tutti i parroci dal 1427 in poi sono pievani.
I titoli di arciprete e di monsignore sono solo titoli onorifici che nulla aggiungono alle mansioni di parroco, ma lo rendono esteriormente più importante nei confronti di altre comunità cristiane.
Secondo le mie ricerche, ancora incomplete e limitate per ora ai parroci (escludendo mansionari, cappellani e chierici), un probabile elenco (ma da prendere con le molle!) da cui partire può essere il seguente:
I rettori sono:
I pievani sono:
Quirino Bortolato
ultimo aggiornamento: 14.08.2007