Giuseppe Sarto, giovinetto "buono
", "bravo
", "bisognoso
dell'aiuto altrui per procedere nei suoi studi
" verso il sacerdozio, entrò nel
seminario di Padova nel novembre 1850.
Giani Battista Sarto bussò a varie porte: per mezzo di don Fusarini e per i buoni uffici del vicario generale capitolare di Treviso Giovanni Casagrande, inviò una supplica al Card. Jacopo Monico perché fosse accordato al figlio un posto gratuito del collegio Tornacense Campion, concentrato nel seminario di Padova. La risposta affermativa pervenne il 28 agosto 1850.
Il seminano patavino è sempre stato fra gli istituti
di formazione di sacerdoti uno di quelli che davano un clero esemplare e di
grande cultura, dato che "forse non è estraneo alla sua celebrità l'essersi
trovato quasi sempre, in passato, in rapporti scientifici con quella antica
università
".
I giudizi riportati negli attestati del curriculum
studi evidenziano di G. Sarto la serietà, la costanza, l'ottimo profitto, con
tanti "maxime
" (massimamente preparato) e con "eminenze distinte
". La passione
per la musica, e la conoscenza che di essa aveva, costrinsero i superiori del
seminario di Padova ad affidare al chierico Sarto la direzione del canto sacro
dei seminaristi nell'ultimo anno di studio prima del sacerdozio. Nel 1857-58
"cercava anche di farsi una raccoltina di Santi Padri
" che, con la Bibbia, "furono
insino da questi anni, l'oggetto principale e più caro dei suoi studi
".
Il Seminario vescovile di Padova colla camera di Giuseppe Sarto segnata con S
Padova: Refettorio del Seminario. Fot. A. Pospisil, Padova
Pange lingua. Copia di mano del chierico Sarto nel Seminario di Padova
Attestati riportati da Gius. Sarto e da alcuni suoi condiscepoli del IV corso di Teologia, in S. Eloquenza, Catechetica, Metodica e Dogmatica. An. Scol. 1857-58.
[ precedente | 1, 2, 3 | successiva ]