Il Gazzettino di Venezia - Giovedì 2 gennaio 2003
Salzano
Presentata con qualche giorno di anticipo sul Natale, presto affiancherà
i tanti tesori conservati nel museo di San Pio X. È la Madonna della
Roata: scultura lignea del tardo Cinquecento, che appartiene alla particolare
tipologia di simulacro mariano diffuso in altre chiese della zona (esemplari
anche a Borbiago di Mira e Crea di Spinea), conosciuto come Madonna "da
vestire". Il particolare è documentato da fonti databili fra il
Seicento e l'Ottocento - per lo più inventari della canonica, dove figurano
diversi manti di seta - e proprio l'abito, forse, è una chiave di lettura
per capire il successo riscosso un tempo da questi simulacri, la cui fortuna
ha tratto nuova linfa dalla rinascita comunale: periodo campale per la produzione
e i commerci di tessuti e stoffe. Tornando alla Madonna locale, si tratta di
una figura scolpita in legno di pino cembro (ottantacinque centimetri distribuiti
su base lignea), dipinta nella parte superiore ma con i piedi rimasti incompiuti:
fatto che poteva dipendere da difficoltà economiche della committenza
o dalla destinazione, per l'appunto, di simulacro "da vestire". Sostituita
nel tempo con una nuova statua a uso processionale e collocata nell'oratorio
di Roata (da qui il nome), al riparo da "intrusioni" riformatrici
razionalistiche, la Madonna di Salzano è tornata all'antico splendore
grazie a un'attenta opera di restauro, che ha peraltro rimosso le dipinture
"apocrife" subite nei secoli dalla medesima.